San Gaetano da Thiene Sacerdote

Gaetano da Thiene 2003

Icona per mano di Cristina Capella

per informazioni: cristina@mirabileydio.it

7 agosto

Vicenza, ottobre 1480 - Napoli, 7 agosto 1547

 
Nacque a Vicenza dalla nobile famiglia dei Thiene nel 1480, e fu battezzato con il nome di 
Gaetano,  in ricordo di un suo celebre zio, il quale si chiamava così perché era nato a Gaeta. 
Laureatosi a Padova in materie giuridiche a soli 24 anni, si dedicò allo stato ecclesiastico,
 senza però farsi ordinare sacerdote, perché non si sentiva degno; fondando nel contempo
 nella tenuta di famiglia a Rampazzo, una chiesa dedicata a S. Maria Maddalena, che è ancora
 oggi la parrocchia del luogo. 
Trasferitosi a Roma nel 1506, divenne subito segretario particolare di papa Giulio II, ed 
ebbe l’incarico di scrittore delle lettere pontificie, ufficio questo che gli diede l’opportunità 
di conoscere e collaborare con tante persone importanti. 
Siamo nel periodo dello splendore rinascimentale, che vede concentrati a Roma grandi artisti,
 intenti a realizzare quanto di più bello l’arte era in grado di offrire, e che ancora oggi 
il Vaticano e Roma offrono all’ammirazione del mondo; nel contempo però la vita morale
 della curia papale, del popolo e del clero, a Roma come altrove, non brillava certo per 
santità di costumi. 
Gaetano non si lasciò abbagliare dallo splendore della corte pontificia, né si scoraggiò 
per la miseria morale che vedeva; egli ripeteva: “Roma un tempo santa, ora è una Babilonia”; 
invece di fuggire e ritirarsi in un eremo, da uomo intelligente e concreto, passò all’azione
 riformatrice, cominciando da sé stesso; incoraggiato da una suora agostiniana bresciana 
Laura Mignani, che godeva di fama di santità. 
Prese ad assistere gli ammalati dell’ospedale di San Giacomo, si iscrisse all’Oratorio
 del Divino Amore, associazione che si riprometteva di riformare la Chiesa partendo
dalla base, il tutto alternandolo con il lavoro in Curia; anche in queste attività conobbe 
altre personalità, che avevano lo stesso ideale riformista. 

Nel settembre 1516 a 36 anni, accettò di essere ordinato sacerdote, ma solo a Natale di 
quell’anno, volle celebrare la prima Messa nella Basilica di S. Maria Maggiore. In una lettera
 scritta a suor Laura Mignani a cui era legato da filiale devozione, Gaetano confidò che 
durante la celebrazione della Messa, gli apparve la Madonna che gli depose tra le 
braccia il Bambino Gesù; per questo egli è raffigurato nell’arte e nelle immagini 
devozionali con Gesù Bambino tra le braccia.
Nell'icona di San Gaetano è la stessa  Madre di Dio “Salus populi Romani”
(l'icona venerata in Santa Maria Maggiore) che si manifesta a lui.
Ritornato nel Veneto, nel 1520 fondò alla Giudecca in Venezia l’Ospedale degli Incurabili. 
Instancabile nel suo ardore di apostolato e di aiuto verso gli altri, ritornò a Roma e 
nel 1523 insieme ad altri tre compagni: Bonifacio Colli, Paolo Consiglieri, Giampiero Carafa 
(vescovo di Chieti, diventerà poi papa con il nome di Paolo IV), chiese ed ottenne dal papa 
Clemente VII, l’autorizzazione a fondare la “Congregazione dei Chierici Regolari” detti poi
 Teatini, con il compito specifico della vita in comune e al servizio di Dio verso gli altri
 fratelli. 
Il nome Teatini deriva dall’antico nome di Chieti (Teate), di cui uno dei fondatori il Carafa,
 ne era vescovo. L’ispirazione che egli sentiva impellente, era di formare e donare alla
 Chiesa sacerdoti che vivessero la primitiva norma della vita apostolica, perciò non ebbe 
fretta a stendere una Regola, perché questa doveva essere il santo Vangelo, letto e 
meditato ogni mese, per potersi specchiare in esso. 
Le costituzioni dell’Ordine furono infatti emanate solo nel 1604. I suoi chierici non devono 
possedere niente e non possono neanche chiedere l’elemosina, devono accontentarsi di 
ciò che i fedeli spontaneamente offrono e di quanto la Provvidenza manda ai suoi figli; 
con le parole di Gesù sempre presenti: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia 
e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. 
Nel 1527 avvenne il feroce ‘Sacco di Roma’ da parte dei mercenari Lanzichenecchi, il papa 
Clemente VII della famiglia fiorentina de’ Medici, fu costretto a rifugiarsi in Castel S. Angelo
 difeso dal Corpo delle Guardie Svizzere, che subì pesanti perdite negli scontri. 
Anche s. Gaetano da Thiene, come tanti altri religiosi, fu seviziato dai Lanzichenecchi e
 imprigionato nella Torre dell’Orologio in Vaticano; riuscito a liberarsi si rifugiò a Venezia 
con i compagni dell’Istituzione. 
Rimase nel Veneto fino al 1531, fondando, assistendo e consolidando tutte le Case del 
nuovo Ordine con le annesse opere assistenziali; accolse l’invito del celebre tipografo 
veneziano Paganino Paganini, affinché i Padri Teatini si istruissero nella nuova e 
rivoluzionaria arte della stampa tipografica, inventata nel 1438 dal tedesco Giovanni 
Gutenberg. 
Nel 1533 per volere del papa Clemente VII, si trasferì insieme al suo collaboratore il beato 
Giovanni Marinoni, nel Vicereame di Napoli, stabilendosi prima all’Ospedale degli Incurabili,
 fondato in quel tempo dalla nobile spagnola Maria Lorenza Longo, insieme ad un convento 
di suore di clausura, dette ‘le Trentatrè’, istituzioni ancora oggi felicemente funzionanti;
 e poi nella Basilica di S. Paolo Maggiore posta nel cuore del centro storico di Napoli, nella 
città greco-romana. 
La sua attività multiforme si esplicherà a Napoli fino alla morte; fondò ospizi per anziani, 
potenziò l’Ospedale degli Incurabili, fondò i Monti di Pietà, da cui nel 1539 sorse il Banco 
di Napoli, il più grande Istituto bancario del Mezzogiorno; suscitò nel popolo la frequenza 
assidua dei sacramenti, stette loro vicino durante le carestie e le ricorrenti epidemie come
 il colera, che flagellarono la città in quel periodo, peraltro agitata da sanguinosi tumulti. 
Per ironia della sorte, fu proprio il teatino cofondatore Giampiero Carafa, divenuto papa 
Paolo IV a permettere che nell’Inquisizione, imperante in quei tempi, si usassero
 metodi diametralmente opposti allo spirito della Congregazione teatina, 

essenzialmente mite,permissiva, rispettosa delle altre idee.

E quando le autorità civili vollero instaurare nel Viceregno di Napoli, il tribunale 
dell’Inquisizione, il popolo napoletano (unico a farlo nella storia triste dell’Inquisizione 
in Europa) si ribellò; la repressione spagnola fu violenta e ben 250 napoletani vennero
 uccisi, per difendere un principio di libertà. 
Gaetano in quel triste momento, fece di tutto per evitare il massacro e quando si accorse
 che la sua voce non era ascoltata, offrì a Dio la sua vita in cambio della pace; morì a Napoli 
il 7 agosto 1547 a 66 anni, consumato dagli stenti e preoccupazioni e due mesi dopo 
la pace ritornò nella città partenopea. 
L’opera che più l’aveva assillato nella sua vita, era senza dubbio la riforma della Chiesa, al 
contrario del contemporaneo Martin Lutero, operò la sua riforma dal basso verso l’alto, 
formando il clero e dedicandosi all’apostolato fra i poveri, i diseredati e gli ammalati,
 specie se abbandonati. 
A quanti gli facevano notare che i napoletani non potevano essere così generosi negli aiuti,
 come i ricchi veneziani, rispondeva: “E sia, ma il Dio di Venezia è anche il Dio di Napoli”. 
  La piazza antistante la Basilica di S. Paolo Maggiore è a lui intitolata, ma la stessa basilica, 
per secoli sede dell’Ordine, è ormai da tutti chiamata di S. Gaetano; 
il suo corpo insieme a quello del beato Marinoni, del beato Paolo Burali e altri 
venerabili teatini è deposto nella cripta monumentale, che ha un accesso diretto 
sulla piazza, ed è meta di continua devozione del popolo dello storico e popoloso rione. 
  da secoli è stato nominato compatrono di Napoli.  
 Egli venne beatificato il 23 novembre 1624 da papa Urbano VIII e canonizzato il 
12 aprile 1671 da papa Clemente X. 


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