San Federico di Utrecht Vescovo
18 luglio
La Vita (BHL, I, p. 474, n. 3157), scritta da Otberto nel sec.
XI, circa due secoli, cioè, dopo la sua morte, è priva di
valore: "Fide minime digna", la giudicano i Bollandisti nel
Commento al Martirologio Romano. Di certo si sa che intervenne
al concilio di Magonza dell'829. Fu ricordato poi in una carta
del 26 dicembre 833, e nella Vita di s. Odulfo, da lui mandato
ad evangelizzare i Frisoni. Rabano Mauro gli dedicò, nell'834,
il suo commento al libro di Giosuè e scrisse un carme in suo
onore.
Stando alla Vita, sarebbe nato verso il 781 da famiglia
probabilmente di origine inglese, non è chiaro se in
Inghilterra o in Frisia. Eletto vescovo di Utrecht dopo la
morte di Ricfredo, tra 1'825 e 1'828, grazie anche
all'appoggio dell'imperatore Lotario, lottò contro il
paganesimo, risorto in Frisia dopo l'invasione Normanna, e
contro l'uso dei matrimoni incestuosi. Avendo rimproverato
l'imperatore Ludovico il Pio per aver sposato, vivente ancora
la prima moglie Irmingarda, Giuditta, sarebbe stato da questa
fatto assassinare il 18 luglio 838. Altri però attribuiscono
l'assassinio del santo ad un nobile dell'isola di Walcheren da
lui rimproverato. Sepolto nella cripta della chiesa del S.mo
Salvatore ad Utrecht, fu venerato come martire in diverse
località dei Paesi Bassi e a Fulda.
Nel 1362 il cranio del santo, separato dal corpo dal vescovo
Folkert, fu racchiuso in un reliquiario d'oro e d'argento ed
esposto alla venerazione. Durante la Riforma fu salvato in una
casa privata dove, secondo il bollandista G. Cuypers, era
ancora conservato al principio del sec. XVIII. Del resto del
corpo, invece, già al suo tempo non si sapeva più niente.
Tramite il Molano il nome di Federico fu iscritto nel
Martirologio Romano al 18 luglio.
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